Een prachtig artikel in de locale krant coratolive.it over Ottavio Ranch. Natuurlijk geschreven in het Italiaans maar als je er de vertaler van Google er overheen haalt moet het redelijk te lezen zijn. Ook via twitter te bekijken. CORATO - DOMENICA 08 GENNAIO 2017ATTUALITÀ La neve porta anche delle belle sorprese. Ieri ne abbiamo ricevuta una scoprendo di avere tra i nostri lettori Nicoline e Francesco, una coppia a dir poco particolare.Hanno lasciato l'America per vivere tra gli ulivi della Murgia, la storia di Nicoline e Francesco. Le fotoQuella Che Sembrava La Testimonianza Di Una Disavventura Sulla Murgia Innevata Si È Trasformata In Una Storia Tutta Da Scoprire: «Ci Siamo Innamorati Di Corato, Ci Piace Raccogliere Le Olive» Hanno lasciato l'America per vivere tra gli ulivi della Murgia, la storia di Nicoline e Francesco © CoratoLive.it di MARIANNA LOTITO La neve porta anche delle belle sorprese. Ieri ne abbiamo ricevuta una scoprendo di avere tra i nostri lettori Nicoline e Francesco, una coppia a dir poco particolare. Dottoressa in tecnologie dell'informazione e della comunicazione lei (Ict), banchiere lui, entrambi vicini ai sessant’anni. Hanno scritto alla nostra redazione utilizzando un profilo facebook che si chiama “Ottavio Ranch” solo per inviarci la loro "Cartolina da Corato". Perché questo nome su facebook? «È il nome di un bel ragazzo che abbiamo conosciuto in Sicilia, a Sampieri. Abbiamo deciso di chiamare come lui la proprietà che abbiamo comprato a Corato» spiega Nicoline. È il luogo in cui vivono sei mesi all’anno, in un terreno della strada esterna Murgetta. Si sono “presentati” con la foto del loro camper rosso circondato dalla neve e poche parole: «vacanze in camper, bellissimo». Così, quella che sembrava la testimonianza di una disavventura sulla Murgia innevata si è trasformata in una storia tutta da scoprire. Nicoline arriva dagli Stati Uniti, New Mexico, Francesco invece è nato in Olanda. Sono in città dall’agosto del 2013: «ci siamo innamorati di Corato e abbiamo comprato una proprietà. Restiamo qui durante l'autunno e l'inverno perché ci piace raccogliere le olive. Viaggiamo il mondo durante la primavera e l'estate». Dopo aver badato a Moby, il suo «gatto italiano», Nicoline ci ha raccontato sua storia. «Sono arrivata in America dopo aver viaggiato in tutto il mondo, lavorando in Europa e Asia, Hong Kong, Singapore, India, Indonesia, Taiwan, Sri Lanka, Malaisia. L'America era molto divertente. All'inizio ci siamo spostati con il nostro camper in tutti gli Stati Uniti. Siamo andati a New York, Chicago, New Orleans, Los Angeles, Seattle, Washingtong DC, Colorado, Florida, Arizona e New Mexico. Tutta l’America insomma. Grazie ad internet riusciamo a lavorare pur essendo sempre in viaggio. Ci occupiamo di progetti Ict: progettazione di siti web, sviluppo di software e presentazioni di “webshop design” e “ict and profitability”. Dopo quindici anni a Cowboy Country ci è sembrato che fosse giunto il momento di cambiare e abbiamo fatto le valige. Ci eravamo sempre detti: “se lasciamo l'America andiamo in Italia”. Perché? Perché io c’ero stata una volta e mi era rimasta nel cuore. Abbiamo spedito il nostro camper ad Amsterdam e viaggiato in tutta Europa. Ma qualcosa mancava. Poi il vecchio sogno è spuntato di nuovo: l'Italia. Così siamo partiti. In primo luogo la costa del Mar Tirreno e la Sicilia. Abbiamo vissuto le intemperie autunnali di Cefalù, abbiamo imparato a mangiare le orate a Palermo, abbiamo dormito a San Vito Lo Capo - nello stesso albergo in cui è stato Brad Pitt - e visitato Trapani, Marsala, Secco Grande, Sciacca. Un inverno l’abbiamo trascorso a Sampieri, dove abbiamo conosciuto Ottavio. La primavera successiva siamo saliti sul traghetto per Genova per arrivare alla costa del mare Adriatico. Abbiamo visitato Venezia, San Marino e poi la Puglia. E abbiamo trovato Corato. Ci siamo fermati a Castel del Monte, un favoloso castello. Abbiamo visitato la zona e Corato ci è sembrato il paese più affascinante, con gente molto cordiale, entusiasta e accogliente. Per questo siamo rimasti scegliendola come base da cui partire e a cui tornare dopo aver esplorato le altre parti del Tacco di Bacco. Abbiamo comprato una piccola struttura per essere in grado di parcheggiare il nostro camper. Per la nostra gioia all’interno della proprietà ci sono anche degli alberi di ulivo. Non sapevamo nulla della raccolta delle olive e sulla produzione dell'olio ma abbiamo rapidamente imparato ad apprezzare il duro lavoro dei contadini e dei frantoi. In poco tempo abbiamo fatto amicizia con tante persone, anche anziani. Siamo stati invitati a cene e feste, ormai sentiamo nostro l’incantevole stile di vita italiano». Com’è l’esperienza della neve a Corato? «È stupefacente. Non abbiamo avuto problemi perché eravamo preparati: non appena abbiamo letto le previsioni del tempo ci siamo procurati l’acqua necessaria (vivendo sulla Murgetta veniamo a prenderla dalla fontana di Corato), la bombola del gas e l’energia elettrica (abbiniamo quella solare a quella ottenuta con il generatore)». Quale consiglio daresti alla nostra città? «Come sapete, io già amo Corato. Ma c'è sempre spazio per migliorare. Per prima cosa mi auguro che sistemino rapidamente piazza Di Vagno. Gli scavi potrebbero essere parte di una esperienza per i visitatori e non qualcosa che invece li tiene lontani dal centro. È importante che i locali e le attività riprendano a lavorare al meglio se si vuole rendere più accogliente e invitante il centro. Mi piace come è stato concepito largo Abbazia, spero che si mantengano i murales attualmente esistenti e se ne facciano altri: i turisti li amano. Inoltre servirebbero più spazi per far giocare i bambini e luoghi in cui poter fare dei pic-nic». Un pensiero anche per le strade: «le buche allontanano piuttosto che avvicinare turisti». A Corato, aggiunge Nicoline, ci sono «molte iniziative ma spesso gli orari non corrispondono a quelli preferiti dai turisti che possono vivere il paese tutto il giorno, parlano inglese e così hanno bisogno di essere accolti. La storia della città può appassionarli, magari ascoltata nei luoghi più nascosti e sconosciuti». Infine, tra le cose da migliorare, c’è il «sito web ufficiale della città di Corato: sia l’impostazione grafica che i contenuto, non lo trovo interessante né informativo». COMMENTI
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